giovedì 30 giugno 2011

Riders on the storm

L'uomo desiderato dalla donna "regina" della prossima stagione non sarà il suo accompagnatore di corte ufficiale, ma un cavaliere pronto a superare ogni avversità per averla. Un uomo vero, in sella al suo cavallo o alla sua Harley, che cavalcherà le strade più impervie e avventurose.


 jeans JBRAND, sneakers PUMA


Photographer ROBERTO MORELLINI
Fashion Editor ROSSANA COSTANTINO
Fashion assistant  PRISCA MAIZZI



>sul bmm36 A FASHION MAGAZINE

martedì 28 giugno 2011

Livia Giuggioli. I have a dream.



Romana, classe 1969, due figli, moglie del vincitore del premio Oscar 2010 nella categoria Best Actor, Livia Giuggioli è stata produttrice di documentari ed è oggi impegnata con Eco Age, una società “ecologica” che offre consulenze, prodotti di design e moda.
La signora che ha conquistato il cuore di Colin Firth ci
racconta le sue passioni e un sogno che è certa si realizzerà.




Qual è o quali sono i suoi stilisti preferiti, oltre a ciò che ama della moda e cosa, invece, non approva? Ci sono molti designer che amo e rispetto, ma non sono mai stata una persona “fashion”, nel senso che non mi sono mai interessata profondamente alla moda fino a quando non sono stata coinvolta nel “Green Carpet Challenge” e improvvisamente ho dovuto fare i compiti a casa! Trovo eccitante che ci siano sempre più designer di talento coinvolti nella moda “green”, un termine che non mi piace, ma che mi è utile a definire quella moda che prende in considerazione due aspetti fondamentali: l'impatto ambientale e la giustizia sociale. Durante i due anni di Red Carpets e le stagioni di premi ho lavorato con dei grandi come Jeff Garner di Prophetik, Orsola De Castro di From Somewhere, Gary Harvey (che tra parentesi ha realizzato il mio vestito per la notte degli Oscar), Henrietta Ludgate, e così via… Cosa amo? La capacità creatività dell’industria della moda. Allo stesso tempo odio lo spreco che c’è oggi nel pronto moda. Abbiamo perso il contatto con quello che indossiamo e con chi fa i nostri vestiti. Ma è grandioso vedere come le cose stiano cambiando …




Do you have any favourite designers? What do you like or dislike about fashion?
There are many designers I love and respect, but I have never been a ‘fashion person’ or very much interested in fashion until I got involved in the Green Carpet Challenge and suddenly had to do my homework! I find it so exciting that there are more and more talented designers who are now working in ‘green fashion’, a term I don’t really like but for which I mean that type of fashion that takes into consideration two fundamental aspects: environmental impact and social justice.  During the two years of red carpets and awards seasons, I worked with great designers such as Jeff Garner from Prophetik, Orsola De Castro from From Somewhere, Gary Harvey (who did my Oscar dress this year), Henrietta Ludgate, and so on….  I love the creativity in the fashion industry, but I hate the wastefulness that is involved in today’s fast fashion.  We have lost the connection between what we wear and its designer. But it’s great to see that things are finally changing…







text>Massimo De Conti

photo> Francesco Fargo

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mercoledì 22 giugno 2011

Why didn’t anyone think of this before?

5.5 designers è uno studio fondato nel 2003 da Vincent Baranger, Jean-Sébastien Blanc, Anthony Lebosse e Claire Renard. Il loro primo progetto, Réanim, ha avuto un forte impatto nel panorama del design. >bmm li ha incontrati.



Mi sembra che oltre ai retroscena concettuali nei vostri oggetti sia presente anche un senso di sorpresa, di approccio immediato, non è così? , infatti, è percepibile un senso di sorpresa. Il più delle volte riceviamo questo tipo di risposta: "Come mai nessuno ci ha pensato prima?" Ad esempio la chiavetta USB che abbiamo progettato è solo una grande chiave, un passaggio concettuale che si può ottenere direttamente. Non è necessario leggere due pagine di testo per capire che cosa sia l'oggetto o come si usa. Ma queste soluzioni devono essere concepite per essere capite da tutti, per poterne afferrare immediatamente la funzione e per poter parlare del know-how di un’azienda. Quindi, è un mix di tutto. Ecco perché ogni progetto è sempre in una cornice differente e il risultato può essere molto diverso in termini di forme, materiali e così via. Ma allo stesso tempo tutti questi progetti sono costantemente legati a ciò che vogliamo fare: un prodotto onesto che sia accessibile non solo in termini di prezzo, ma anche in modo tale che una persona si senta di dire "Ok, posso collocare questo oggetto in casa mia".


It would seem that besides the conceptual background of your objects, there is also a sense of surprise, an immediacy in approach, right? Yes indeed, there is a sense of surprise. Most of the time we get this kind of feedback of: “why didn’t anyone think of this before?!” For example, the key we designed; it’s just a big key, something you can obtain directly.  You don’t need to read two pages of text to understand what it is or how to use it. But all those things, need to be done in order for everybody to understand it, its function and to talk about a company’s know-how.

So, there is a mix of everything. That’s why each project is always in a different context and the result can be really different in terms of shapes, materials and things like that. Yet at the same time all these projects are always linked in that we want to make an honest product which is accessible not just in terms of the price but more importantly so that a person can say “ok, I can have that object in my house”.

text>Daniela Lotta & Guido Molinari


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martedì 21 giugno 2011

Nuclear for breakfast


E se poi mi servono un piatto di radiazioni senza che io lo sappia? Tanti dubbi ci attanagliano. Ma, infondo, meglio porsi criticamente di fronte ai possibili rischi connessi al nucleare
piuttosto che ignorarli o sottovalutarli. 

Se proprio voglio farmi violenza e convincermi che le centrali nucleari del 2011 sono sicure, questo non mi toglie altri dubbi che esprimo sinteticamente:

1) sono davvero la risposta più efficace per rispondere alla crisi energetica o non sarebbe il caso di investire di più per la ricerca sulle fonti alternative di energia?
2) non è forse il caso di ripensare ad un utilizzo delle risorse naturali più sostenibile e dare un alt al consumismo sfrenato che ci fa buttare via la maggior parte di quello che produciamo, compreso il cibo?
3) e poi un ultimo dubbio, che davvero mi spaventa. La gestione e lo smaltimento delle scorie radioattive delle centrali sono già attualmente in mano a persone senza scrupoli disposte a tutto per lucrare. E parlo di mafie, criminalità comune, ma anche della politica che li protegge. Chi ci garantisce che non siano lì a sfregarsi le mani sperando di accaparrarsi nuovi appalti per la costruzione delle centrali e per lo smaltimento delle scorie che, se fatti senza rispettare le norme, garantiscono guadagni esorbitanti?


If I really have to force myself and be convinced that 2011’s nuclear stations are safe, the following doubts still linger:

1) Is nuclear energy really the most efficient response we have toward the energy crisis? Wouldn’t it make sense to invest more research into other alternative resources so that it would sufficiently meet our energy needs?
2) Isn’t it time that we began thinking of more sustainable ways of using natural resources and stop our mass consumerism in which we throw away most of what we produce, including food?
3) Finally, my last doubt and what really scares me: the handling and disposal of radioactive waste already in the hands of unscrupulous individuals willing to do anything to make a profit. I’m talking about mafias, common criminals as well as those politicians who protect them. Who can guarantee that they’re not there rubbing their hands in hopes of getting contracts for constructing new plants or disposing waste which, if done without following norms and protocol, will render huge earnings?


text & pictures > Lucia Vastano



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lunedì 20 giugno 2011

Five o'clock pm


Non c'è dubbio. Nell'intero Regno Unito, le cinque del pomeriggio equivalgono all'ora del tè, esperienza che prima o poi tocca a tutti, dalle celeb ai comuni mortali, e così importante da far nascere non solo un'istituzione pubblica - il "tea council" - ma da conquistare un target insospettabile, quello dei bambini!


There are no doubts. Everywhere in the UK, five o’clock pm is tea time, an experience that sooner or later we will all have had, both celebs and normal people, and is so important that it has not only been dedicated a “tea council”, but it has also won over an unexpected target, children!



Text > Penelope Sacorafou

>sul bmm36 A FASHION MAGAZINE


Before the poison


desiderio, piacere, passione, tutto è lusso. un lusso che svela l' autentica natura di una donna non sempre disposta a mostrarsi all'altro. maschere e occhiali scuri la proteggono da sguardi indiscreti, ma non bastano a spegnerne l'aura dorata.


 Abito EMILIO PUCCI, anello BERNARD DELETTREZ


Photographer PIERO CATTANI
Fashion Editor DARRYL RODRIGUES
Models POPPY DELEVINGNE @ D'MANAGEMENT MILANO
Hair DEBORAH BRIDER @ WWW.DEBORAHBRIDER.COM USING AVEDA
Make-up ADALBERTO .P @ FREELANCERS
Fashion assistant ROSSELLA MAURI 
Location coutesy GIACOMO BISTROT MILANO



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giovedì 16 giugno 2011

Dystopia


uomo, prima della fredda notte di luna piena, vulnerabile e sofferente per il decadimento della tua specie, attendi il risveglio della creatura che ti riporterà agli antichi splendori, riconsegnandoti al ruolo regale che ti spetta.

 trench VIKTOR & ROLF, pantalone PIOMBO, jewels EMANUELE BICOCCHI
abito PAUL SMITH, camicia DEL SIENA, calze GALLO, scarpe BOSS


Photographer PIERO CATTANI
Fashion Editor ROSSANA COSTANTINO
Models EMANUELE BICOCCHI, ENRICO BARACCHINI
Grooming PAOLO SFARRA
Fashion assistants ROSSELLA MAURI E PRISCA MAIZZI
Postproduction ARIANNA ARCARA
Location VILLA DELLE ROSE coutesy MAMBO BOLOGNA
Special thanks to COMUNE DI BOLOGNA


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